martedì 19 luglio 2011

I sali di Shussler

  E' interessante rilevare come in medicina una scoperta sia il frutto della ricerca di numerosi studiosi, in paesi diversi, su campi d'indagine differenti.
  Il XIX secolo partorì una moltitudine di intuizioni e concetti in campo medico. Rudolf Virchow (1821-1902), patologo presso l’ospedale Charité di Berlino, studia le cellule considerandole le più piccole unità viventi del nostro organismo. Intanto, Jacob Moleschott (1822-1893), scienziato e fisiologo olandese, scopre l’importanza dei sali minerali per gli organismi animali e per l’uomo. 
  In questo fervore spunta Wilhelm Heinrich Schüssler, (1821–1898), medico tedesco in Oldenburg, interessato all'omeopatia. Il dott. Schüssler si distacca dall'omeopatia, basata su un numero sterminato di rimedi, e inizia a curare i suoi pazienti con 12 sali da lui elaborati, definendo con il termine di "Biochimica" questo approccio terapeutico. I sali, come i rimedi omeopatici, si ottengono ricorrendo a diluizioni elevate (generalmente 1:1.000.000).
I rimedi biochimici devono essere diluiti fino al punto in cui non alterano le funzioni delle cellule sane, ma sono in grado di riequilibrare i disturbi funzionali presenti. Heinrich Wilhelm Schüssler 
 Questo tipo di terapia non convenzionale costituisce una novità che non viene bene accolta sia dalla medicina ufficiale (allopatica) sia dal mondo dell'omeopatia. Il dott. Schüssler continuerà a lavorare secondo i suoi principi e avrà anche alcuni arguti seguaci. I suoi insegnamenti sono arrivati e praticati anche ai giorni nostri.
Wilhelm Heinrich Schüssler (1821–1898)

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